Tommaso III di Saluzzo

Tommaso III di Saluzzo

La Vita

Nacque a Saluzzo nel 1356. Figlio del marchese Federico II del Vasto, cercò di continuarne la politica filofrancese, soprattutto per la minaccia costituita dal duca Amedeo VIII, che aspirava ad unificare tutto il Piemonte: decise cosa saggia assoggettrsi alla volontà dei francesi e pagarne tributi.

Il vassallaggio alla Francia, che non minò l'indipendenza del marchesato, fu però portata anche della cultura francese che venne inculcata al principe Tommaso già dalla giovane età: studiò in Provenza e compì sovente viaggi nella vicina terra d'oltralpe (in particolare nel 1375, 1389, 1401, 1403 e 1405. D'altronde, sotto il governo del padre Federico, fu proprio lui a siglare il trattato che sanciva il vassallaggio alla Francia.

Non è poi da dimenticare un fatto assai importante nella vita del principe: nel 1394 Tommaso III venne catturato dalle armate sabaude mentre stava compiendo un'incursione nel territorio di Monasterolo. Imprigionato prima a Savigliano e poi a Torino, Tommaso venne liberato solo nel 1396 in cambio di un riscatto di 20000 fiorini d'oro.

Morto il padre nello stesso anno, Tommaso prese il potere insieme alla sua moglie francese, Margherita di Roussy.

Morì nel 1416.

Le Opere

  • Le Chevalier Errant. Uomo di grande cultura, Tommaso III di Saluzzo fu autore di uno dei più importanti testi cavallereschi medioevali, Le Chevalier Errant, redatto con tutta probabilità tra il 1394 e il 1396 durante la prigionia a Torino.

    Il marchese si propone di rappresentare una allegoria della vita cavalleresca, seguendo, tramite le avventure di Galeas de Mantua, il viaggio del cavaliere ideale.

    L'opera, scritta in francese (che da tempo aveva sostituito, in Piemonte, il provenzale), ebbe una notevole influenza sulla cultura piemontese del periodo, nonostante il testo fosse probabilmente destinato ad un pubblico colto, o forse ai soli membri della corte (lo confermerebbe il fatto che esistono oggi solo due copie manoscritte dello Chevalier Errant): l'arte ricevette, tramite questo poema, un notevole influsso specie negli affreschi del quattrocentesco Castello della Manta.

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